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L'allestimento genovese del capolavoro buffo di Rossini ha convinto il publico ma non la critica |
Cenerentola fra ombre e luci |
servizio di Simone Tomei |
Pubblicato il 28 Novembre 2022 |
GENOVA - Quando penso a Gioachino Rossini, mi si illuminano gli occhi, si drizzano le orecchie ed il mio cuore impazza di gioia. Da remote letture ho estrapolato una frase per configurare “il pesarese” attraverso queste parole di Stendhal allorché scriveva una prima, ma poco precisa biografia, Vie de Rossini: «Dalla morte di Napoleone abbiamo trovato un altro uomo di cui si parla tutti i giorni a Mosca come a Napoli, a Londra come a Vienna, a Parigi come a Calcutta. La gloria di quest'uomo non conosce altri confini che quelli della civiltà.» Credo che questo pensiero renda davvero merito alla genialità, all’arguzia e alla lungimiranza del compositore trovando in un'opera come Cenerentola la degna rappresentanza di questi lusinghieri aggettivi. Nel dicembre del 1816 stava formandosi l’idea di una nuova opera da comporre per il Carnevale romano ormai alle porte; il librettista Jacopo Ferretti - nelle sue memorie redatte da Annalisa Bini in Rossini a Roma nel 1830 - ci racconta della genesi, in una fredda sera romana, di questo capolavoro con la narrazione dell’incontro a palazzo Capranica a Roma - davanti la chiesa di Sant’Andrea della Valle - in casa dell’impresario Cartoni: «... Mancavano due soli dì al Natale dell'anno 1816, quando il pacifico impresario Cartoni ed il maestro Rossini m'invitarono ad un congresso innanzi al censore ecclesiastico. Trattavasi di considerevoli modificazioni da operarsi in un libretto scritto dal Rossi, pel teatro Valle, e che come second'opera del carnevale comporre si doveva dal Rossini. Nel titolo si leggeva: Ninetta alla corte, ma il soggetto ne era Francesca di Foix, una delle meno morali commedie del teatro francese, in un'epoca che incominciava a cangiarsi in una famosa scuola di libertinaggio...» e venendo a quella sera dicembrina aggiornando l'incontro a casa del Cartoni, compositore ed impresario chiesero a Ferretti di trovare un nuovo argomento e scrivere subito un libretto e le cose andarono più o meno così: «... Ristrettici in casa del Cantoni a bere del the in quella sera freddissima, io proposi un venti o trenta soggetti da melodramma, ma uno era valutato troppo serio, e a Roma per carnevale si voleva ridere, un altro troppo complicato. Stanco dal proporre e mezzo cascante dal sonno, sillabai in mezzo ad uno sbadiglio: Cendrillon. Rossini, che per esser meglio concentrato si era posto in letto, rizzandosi fu come il Farinata dell’Alighieri: “Avresti tu core di scrivermi Cendrillon? mi disse, ed io a lui di rimando: e tu di metterla in musica?”. “Quando mi daresti il programma dell’opera?” “Domani mattina”. “Allora a domani mattina, buonanotte.»
E Rossini si avvolse nelle coperte disponendosi a dormire. Jacopo Ferretti chiese un'altra tazza di the fumante e fissò subito con Cartoni la mercede per il suo lavoro su Cenerentola. Lui e l’impresario si strinsero e si scrollarono la mano come si usava nei mercati tra gente d'onore e il poeta se ne usci nella serena, gelida notte romana. Le statue di Sant'Andrea della Valle parevano, più che mai raggelate: «... Corsi a casa. Là un buon caffè di moda rimpiazzò il the della Giamaica. Misurai più volte per largo e per lungo con le braccia conserte la mia gran camera da letto, e quando Dio volle, e mi vidi innanzi il quadro, scrissi il programma della Cenerentola e all’indomani lo inviai a Rossini.» Dopo 205 anni la vitalità di questa musica non muore... anzi, manifesta ancor più sfoggio nell’approccio direttoriale del M° Riccardo Minasi che trova la quadra del groviglio di note che compongono la partitura. La sua direzione è convincente e non perde mai il vezzoso guizzo impresso dal compositore; sfumature languide e sonorità brillanti hanno saputo assecondare il palcoscenico con grande maestria, grazie anche agli strumentisti che hanno colto tutte le intenzioni della bacchetta. Il cast - salvo alcuni distinguo - non può che dirsi eccellente. Marco Filippo Romano è un ottimo Barone di Montefiascone nonché Don Magnifico; è stato impeccabile scenicamente regalandoci un'interpretazione grottesca, ma al contempo curata nel minimo particolare; l’ha fatta da padrone una mimica facciale che è stata un susseguirsi di ilarità e simpatia, senza farci mancare anche l'aspetto più truce e sadico del patrigno padrone. La sua voce è andata di pari passo con l'ars scenica e ha messo in evidenza un'ottima uniformità sia nella zona grave che acuta, non mancando di sfoderare una maestria nelle agilità dei numerosi scioglilingua, unitamente ad una straordinaria eleganza e signorilità nel canto più declamato. Note meno felici per Hongni Wu nei panni di Angelina; se la voce è di timbro più che pregevole è mancato a volte quel piglio grintoso soprattuto nelle note più gravi e nei concertati dove spesso risultava anonima e poco incisiva. Non da meno la perfettibile dizione che ha reso tutta l’interpretazione poco empatica e più alla stregua di un solfeggio cantato. Più convincente nell’ultima pagina dell’opera. Ramiro, principe di Salerno è di per sé un personaggio caratterizzato da una superficialità piuttosto marcata; le movenze registiche hanno cercato di cogliere i giusti atteggiamenti per elevarlo dalla sua"mediocrità", ma più di tutto ci ha pensato il tenore Antonino Siragusa a sfatarne la fama con una vocalità eccelsa; lo squillo dell’artista è cristallino ed il colore sempre adamantino ha reso lustro al suo rigo musicale con note sempre a fuoco, curate nel fraseggio e nella dizione con uno sfoggio di acuti impressionante. Dandini è per natura un personaggio un po’ sopra le righe tra il rozzo ed il pacchiano, ma Roberto de Candia, pur non tradendo la natura propria del ruolo, ha saputo conferire eleganza e signorilità con la sua voce; sulla scena ha dato prova di essere un gran mattatore e di saper trovare le più appropriate intenzioni vocali; dotato di una robusta cavata e di una pregevole morbidezza nell'emissione ha affrontato con piacevole gusto sia le note più cantabili che quelle caricate di maggiore virtuosismo.
Nella favola da cui è tratto il libretto prende corpo l'anima buona della fata che in questo contesto è invece sostituito dal deus ex machina di tutta l'azione; il basso Gabriele Sagona con una vocalità pastosa e sonora ha conferito ad Alidoro quell’alea di ieraticità che gli è propria infondendo quel sentimento di fiducia, sicurezza e compassione che lo caratterizzano. Mi piace far notare come l’inizio in sordina del personaggio non debba trarre in inganno; è proprio per esso che nel 1821, quando l'interprete di Alidoro al teatro Apollo di Roma doveva essere il baritono Carlo Moncada, ammirato da Rossini, il compositore sostituì l'aria di Agolini "Vasto teatro è il mondo" con un nuovo esteso pezzo di bravura "Là del ciel nell'arcano profondo"; aria egregiamente eseguita dal basso Sagona. Lodi senza se e senza ma anche per Carlotta Vichi e Giorgia Rotolo - rispettivamente Tisbe e Clorinda - che scatenano civetteria, cattiveria e goffaggine in maniera mirabile sia scenicamente che vocalmente. Coro, nella sola sezione maschile, in forma smagliante diretto dal M° Claudio Marino Moretti. L’allestimento in scena in questo giorni è ispirato alla storica edizione del 1978 che si avvaleva delle scene e dei costumi firmati da Lele Luzzati - artista, scenografo e illustratore genovese - del quale abbiamo ahimé, potuto ammirare solo sparuti accenni. Il recupero delle scene è apparso alquanto povero e quello dei costumi altrettanto, anzi, per questi ultimi direi che l’imitazione degli storici è stata propriamente un fiasco. La regia curata da Paolo Gavazzeni e Pietro Maranghi sapeva più di minestra riscaldata che non di un piatto cucinato ad hoc, nonostante le invitanti sollecitazioni storiche in cui si sarebbero dovuti immergere. Una mise en scène sostanzialmente poco curata dove gli interpreti andavano più ad impeto e improvvisazione personale che non rispettando un’idea ben precisa d’insieme. Cenerentola non è solo una risata smargiassata che viene dai momenti più ilari e talvolta grotteschi; è anche sentimento, languore, crudeltà, malinconia e di questo si è assaporato ben poco. Nonostante tutto, il pubblico numeroso ha gradito nel complesso lo spettacolo ed ha profuso applausi convinti e sonori. (La recensione si riferisce alla recita del 27 novembre 2022)
Crediti fotografici: Ufficio stampa del Teatro Carlo Felice di Genova Nella miniatura in alto: Hongni Wu nei panni di Angelina Al centro in sequenza: Carlotta Vichi (Tisbe) Hongni Wu e Giorgia Rotolo (Clorinda); Antonino Siragusa (Ramiro) e Hongni Wu; Carlotta Vichi, Marco Filippo Romano (Don Magnifico) e Giorgia Rotolo; panoramica sull'allestimento Sotto: ancora la Vichi, la Wu e la Rotolo; Hongni Wu e Roberto De Candia (Dandini)
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Il Turco conquista Rovigo
intervento di Athos Tromboni FREE
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Nabucco fra Oren e Del Monaco
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TRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. L’avventura del Nabucco in scena in questi giorni al Teatro Verdi di Trieste comincia con una conferenza stampa, nella quale Daniel Oren, maestro concertatore e direttore, ha espresso che questo terzo titolo di Giuseppe Verdi, suo primo grande successo, è molto importante per il popolo ebraico, «... per
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Nel Campielo xe bel quel che piase
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Il 35° nel segno della solidarietā
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RAVENNA - il Teatro Alighieri era gremito di pubblico, giornalisti, operatori video e radio per la presentazione della 35.ma edizione di Ravenna Festival 2024, che si svolgerà dall’11 maggio al 9 luglio e farà registrare oltre 100 alzate di sipario; gli artisti coinvolti sono più di mille, dai grandi nomi della musica classica e del canto lirico, fino ad alcuni "menestrelli"
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LOS ANGELES (USA) - La sala concerti Walt Disney Hall, sede dell’orchestra Los Angeles Philharmonic, è situata nel cuore della città e ha festeggiato nel 2023 i suoi vent'anni (è stata inaugurata il 23 ottobre 2003). E’ stata progettata e realizzata con la supervisione dal famoso architetto e designer canadese-americano Frank Gehry (1929)
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Ecco la Butterfly del fiasco
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LUCCA – Al Teatro del Giglio approda con grande apprezzamento del pubblico la versione bresciana di Madama Butterfly di Giacomo Puccini (datata 28 maggio 1904) dopo che il clamoroso fiasco del Teatro alla Scala di qualche mese prima, indusse il compositore a rimettere le mani sulla partitura. La scelta dell’adattamento bresciano per il Teatro del
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Incontro con Lorenzo Cutųli
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FERRARA - Il 100° anniversario dalla morte di Giacomo Puccini rappresenta un’occasione per commemorare e ripercorrere la vita e la carriera di uno dei più grandi musicisti italiani. Le sue Opere, ancora oggi, continuano a essere rappresentate sui palcoscenici più prestigiosi del mondo, celebrando lo straordinario valore artistico delle composizioni
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Opera dal Nord-Est
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Il Barbiere eccellente
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Bologna Festival numero 43
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz e altro allo Spirito
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Varato il calendario dei concerti "Tutte le Direzioni in Winter&Springtime 2024", organizzata da Il Gruppo dei 10 con qualche novità e collaborazione in più rispetto ai precedenti. La location è (quasi sempre) la stessa: il ristorante lo Spirito di Vigarano Mainarda (Ferrara), nell’intimo tepore delle sue suggestive sale, immerso nella
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FERRARA - Suggestivo l'allestimento di La bohème di Giacomo Puccini curato da Cristina Mazzavillani Muti per il Teatro Alighieri di Ravenna, approdato ieri sera al Comunale "Claudio Abbado" di Ferrara. Pubblico della grandi occasioni ("sold-out" si dice oggi, con un inglesismo ormai sostitutivo di "tutto esaurito" d'italiana fattura); pubblico
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Don Pasquale allestimento storico
servizio di Nicola Barsanti FREE
TORINO - Il titolo designato per l’inaugurazione del cartellone d’opera 2024 del Teatro Regio di Torino è il Don Pasquale di Gaetano Donizetti. Qui riproposto nel fortunato allestimento della fine degli anni '90 del Novecento, firmato da uno dei maestri della drammaturgia musicale italiana: il regista, scrittore e giornalista Ugo Gregoretti, la cui regia
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Jazz Pop Rock Etno
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Jazz Club Ferrara 45 concerti
redatto da Athos Tromboni FREE
FERRARA - Dal 26 gennaio 2024, prende il via al Torrione San Giovanni la seconda parte della 25.ma stagione di Ferrara in Jazz. Grandi nomi del jazz internazionale e largo spazio ai giovani, per complessivi 45 concerti accompagnati da eventi culturali collaterali, realizzati con il contributo del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune
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GENOVA – Prosegue con successo la stagione del Teatro Carlo Felice grazie ad una bellissima produzione dell’opera “nipponica” di Giacomo Pucccini, Madama Butterfly. Il contesto scenico-registico firmato da Alvis Hermanis si sviluppa in uno spettacolo sostanzialmente classico e iconografico dove l’immagine stereotipata del Giappone
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servizio di Nicola Barsanti FREE
LIVORNO - Torna a distanza di 50 anni di assenza al Teatro Goldoni e 27 anni dopo la sua ultima apparizione nella città di Livorno (ma fu al Teatro La Gran Guardia) Il trovatore, uno dei titoli più amati di Giuseppe Verdi. Un ritorno tanto atteso che non convince, pertanto inferiore alle aspettative. Gli anelli deboli di questa produzione riguardano
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servizio di Nicola Barsanti FREE
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servizio di Athos Tromboni FREE
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Ecco la stagione 2024 del Filarmonico
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VERONA - Teatro Filarmonico: dal 21 gennaio al 31 dicembre 2024, sono in programma 5 opere e 10 concerti sinfonici, con grandi interpreti internazionali. Attesissimo il ritorno del balletto, in scena anche nella sera di San Silvestro. Sarà - inoltre - l’anno delle prime assolute e dei grandi omaggi: il 2024 porterà sul palcoscenico del Filarmonico
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